martedì 2 novembre 2010

Nella terra dei ciechi


E' da molto tempo che cerco di scrivere questo post, stavo cercando la giuste motivazioni che sono arrivate stamattina. 

Volevo soffermarmi sul comportamento di quelli che poi si scoprono essere sostenitori di Berlusconi. Abbiamo sostanzialmente tre grandi categorie di "Berlu-Boys": gli ScudiUmani, gli Zitti e i Simulatori. Andiamo brevemente ad elencare le caratteristiche principali per ogni B-boy.
Gli ScudiUmani: sicuramente la categoria più rispettabile tra le tre, entrano in qualsiasi dibattito politico difendendo a spada tratta il loro beniamino come se fosse un parente o peggio qualcosa di più. Sono riconoscibilissimi per il loro frenetico ripetere come dischi rotti frasi come: "Questo è il miglior governo degli ultimi 150 anni", Meno male che Silvio c'è", "Le toghe rosse", "Il potere è in mano alle procure", "L'amore vince sempre sull'invidia e sull'odio", "Bunga-Bunga", e tante e tante altre. Si recano ad ogni manifestazione partecipando in maniera più che attiva, agghindati di tutto punto, come se fosse la finale dei mondiali. Nel momento in cui li si cerca di far notare chi è veramente il loro idolo si producono in arringhe difensive e strani sillogismi degni dei migliori Ghedini e Feltri.
Gli Zitti:  "Meglio stare zitti dando l'impressione di essere stupidi piuttosto che parlare e togliere ogni dubbio (Confucio)". Di gran lunga più pericolosi dei primi, sono coloro che ascoltano in silenzio ogni ragionamento politico e, non capendo un cazzo di: politica, coscienza civile e morra cinese, tolgono ogni dubbio quando dicono di apprezzare B. perché si è fatto da solo o perché alla sua età è ancora sessualmente attivo (special thanks to Viagra and Cialis). Di solito si riconoscono per la maglietta attillata cromata, i capelli nel gel, gli occhiali a mosca specchiati (o Carrera bianchi) e la tessera mediaset premium sempre carica per vedere le repliche delle partite anche d'estate. Si incontrano in grandi adunate note come "provini per un reality". I migliori tra loro vengono scelti. 
I Simulatori: categoria ancora in via di definizione. Tale imprecisione è dovuta al fatto che in giro non si possa trovare nessuno, che non sia appartenente alle prime due categorie, disposto ad ammettere di averlo votato. Di solito sono coloro che alla domanda "cosa hai votato?" rispondono con "Il voto è segreto", "Nessuno mi rappresenta" oppure con "Ho votato Berlusconi  perché non c'è un'alternativa". Sono di gran lunga i peggiori. Fingono stupore e incredulità quando li si fa notare chi è B. e sono pronti a giurare suoi propri figli che non l'hanno o che non l'avrebbero votato se avessero saputo, dando così la colpa ai media. Come sotto-categoria si potrebbero individuare i FalsiPentiti che di solito giurano di non votarlo più.

D'altronde nella terra dei ciechi governa chi ha un occhio solo, e questo il nostro giovane premier e i suoi compari lo hanno capito da tempo. 
Si potrebbe pensare ad una patente, rilasciata dopo un esame psico-attitudinale, che dà il diritto di voto.
"Limiti della democrazia: Votano anche gli stronzi (cit.)"

martedì 12 ottobre 2010

IL CODICE DA PERDI

Dire che, ormai da due anni, la Premiata Furberia Alfano & Ghedini si stia lambiccando il cervello per salvare le chiappe giudiziarie di B. è cosa ovvia, quasi come dire che se piove ci si può bagnare.

Non ci si deve scandalizzare più di tanto se abbiamo un Ministro della Giustizia ad uso e consumo dell'utilizzatore finale: possiamo dire che "si sapeva", senza scendere tanto in dettaglio.

Non sorprende nemmeno la nomina di Paolo Romani a Ministro per lo Sviluppo Economico: si sa che la risoluzione del conflitto di interessi avverrà solo dopo che l'umanità avrà chiarito se sia nato prima l'uovo o la gallina. Anche qui possiamo dire "e cosa vi aspettavate?".

Cosa pretendiamo da un Presidente del Consiglio come il nostro, che si porti in caserma da solo?

Ciò che invece scandalizza è il seguente intervento del Presidente della Repubblica:

"[...] l'auspicio che anche attraverso una ulteriore utilizzazione delle tecnologie informatiche si garantisca la piena attuazione dei principi del 'giusto processo'".[...] "importante occasione per un confronto, anche a livello europeo, sullo stato della innovazione tecnologica in ambito giudiziario e sui progetti e le iniziative in grado di ampliarne e migliorarne la utilizzazione". "Piu' volte ho ricordato che la eccessiva durata dei processi mina la fiducia dei cittadini nel 'servizio giustizia' e compromette anche la capacita' competitiva del nostro paese sul piano economico. Il recupero di una piena funzionalita' del sistema esige scelte coraggiose che ne riducano i costi di gestione e ne semplifichino le procedure con il contributo di tutti gli operatori e di ogni altra realta' interessata, compresa quella imprenditoriale.

(tratto da agi.it, cliccando trovate il servizio completo)

Le domande che mi pongo sono le seguenti: quali sono le scelte coraggiose che il sistema esige? Quali sono le cause della lunghezza dei processi? Quali sono le strategie che migliorerebbero il sistema?

Chissà se Napolitano, da buon internauta, leggerà e risponderà a queste domande...

Secondo me, l'unica soluzione che metta d'accordo Napolitano, B. e chi invoca una riforma della giustizia ad capocchiam, è l'abolizione del codice penale.

Senza esagerare, basteranno il lodo Alfano, il processo morto e altri ammennicoli per pochi intimi, ed avremo la giustizia più efficiente degli ultimi 150 anni.

venerdì 1 ottobre 2010

COME VOLEVASI DIMOSTRARE

Nemmeno il tempo di esprimere la solidarietà a Maurizio Belpietro che subito tocca sentire i ritornelli gia ampiamente usati negli istanti immediatamente successivi all'attentato con duomo volante a B.

Iniziamo dal dioscuro Cicchitto, il quale evidentemente soffre della "Sindrome da cappuccio": credendo di avere ancora indosso il massonico copricapo, sproloquia convinto di rimanere nell'anonimato. Ha affermato che il clima d'odio che ha armato l'attentatore - mancato, fortunatamente - di Belpietro sia generato e continuamente alimentato dalla stampa di sinistra, oltre che dai noti seminatori d'odio Di Pietro e Grillo. Incommentabile. Anzi no, commentiamo: una cazzata grossa come una casa, roba da espulsione diretta dal Parlamento a calci nel sedere, considerando i precedenti (le accuse, tra gli altri, a Di Pietro, Travaglio, magistratura, Repubblica, L'Espresso).

L'equilibrista Casini invita ad "abbassare i toni". Perché, in occasioni che hanno visto coinvolti altri giornalisti quali Sandro Ruotolo e Lirio Abbate, non sono stati usati gli stessi termini? Cosa significa "abbassare i toni"?

Forse a questi signori non è chiara una cosa: i giornalisti - tutti - in Italia sono evidentente sotto tiro. E' una condizione generale, che va oltre l'agone politico: semplicemente mal si sopporta chi difende le proprie idee, e le conseguenze sono l'attentato a Belpietro, le minacce a Sandro Ruotolo, la scorta a Lirio Abbate, le auto incendiate ad altri giornalisti. Episodi passati, se non nel totale silenzo, sicuramente in sordina.

E' evidente che Cicchitto & Co. hanno perso una ottima occasione per stare zitti.

IL DIRITTO DI DIRE TUTTO. ANCHE IL FALSO

Nell'attesa di conoscere la faccia criminale - e chi eventualmente l'ha mandato - che ieri sera si è introdotta armata nel condominio di Maurizio Belpietro, innescando una sparatoria che avrebbe potuto comunque ferire o uccidere qualcuno, personalmente spero che le forze politiche ed istituzionali ribadiscano ancora, e con forza, che chiunque ha il diritto di esporre le proprie idee, senza rischiare la vita.

Belpietro, per i suoi detrattori (e io sono il meno importante tra questi), è un giornalista da riporto, il quale non fa mistero riguardo alle proprie convinzioni. La linea editoriale del suo House Organ distorce quotidianamente la realtà, inclinandola a piacimento del cosiddetto padrone. Non credo di dire una blasfemia, né spero di essere bollato come seminatore di odio dicendo questo: Belpietro è uno dei tanti giornalisti schierati - sia a destra che a sinistra - che popolano la scena mediatica italiana. Le sue idee possono essere condivisibili o meno, il modo di fare può essere apprezzato o no. E' pagato per fare esattamente quello che fa.

Da stamattina il direttore di Libero non é certo Cronkite redivivo, rimane sempre una penna al soldo di B., ma non per questo la sua vita vale meno delle altre: rischiare di essere ammazzati per le proprie idee, anche se agli occhi di tanti - me compreso - sono delle eresie, non è da Paese civile. Abbiamo gli strumenti democratici per combattere la disinformazione, è da animali pensare di eliminare colui che è ritenuto un disinformatore.

Sperando, una volta per tutte, di non dover più sentire notizie del genere, personalmente sono solidale con chi stanotte se l'è vista brutta, assieme alla propria famiglia.

domenica 19 settembre 2010

OUTLET MONTECITORIO

Non basta il Milan a creargli grattacapi - che, come sappiamo, gli danneggiano il bitume - né è colpa solo degli arbitri di sinistra. Il povero B. sembra il distrattone di turno che, due ore prima del compleanno della moglie (vabè... è un'allegoria), si ricorda di doverle acquistare il regalo. Inizia quindi a peregrinare per negozi: no, questo è chiuso, no, questo è caro... alla fine riciclerà qualcosa.

B. è in preda al panico: fino a qualche tempo fa dichiarava che il suo governo sarebbe andato avanti spedito fino al 2013, con il Parlamento che avrebbe approvato le leggi vergogna attualmente in discussione e, chissà, partorendo qualche altro mostro legislativo.

Poi Fini ha tagliato la corda, B. si è visto soffiare un manipolo - piccolo ma determinante - di deputati e senatori e ha minacciato le elezioni. Apriti cielo.

La Lega, il partito di maggioranza "effettiva" in Italia, ha fatto subito sentire la propria forza squadrista, facendo e disfacendo ora elezioni, ora scuole griffate "io ce l'ho duro". B. non può permettersi di concedere altro potere a Bossi & Co. - immaginate il veto della Lega sul Lodo Alfano o altri affari di famiglia, così, tanto per mostrare i muscoli - andare ora alle elezioni sarebbe deleterio per i suoi interessi, vedendo anche i recenti sondaggi che vedono il partito dell'amore crollare miseramente. Niente elezioni, i numeri in parlamento ci sono, il Governo è di nuovo sano e pronto a durare nel 2013. Ottimista.

Nel frattempo, per ogni evenienza, ha acquistato per il Milan due pallonari del calibro di Ibrahimovic e Robinho - come se non gli bastassero Capezzone e Minzolini - sicuro di raccattare qualche migliaio di voti tra i tifosi di fede rossonera. Niente da fare, i due ancora non brillano, e gli investimenti economici - cospicui quanto inattesi - per ora non frutterebbero un mezzo scranno.

Ora, sempre per ogni evenienza, è aperta la caccia all'ultimo mezzo parlamentare da blandire, curare, rimpinguare di prebende in modo da portarlo sotto l'ala protettrice del P2L: niente anche qua, Storace per ora non fiata, quei verginelli dell'UdC non si sbilanciano. I saldi sono finiti, tutti i pezzi pregiati sembrano bloccati.

In mezzo a tutto questo, è stato capace di andare all'estero e di tirare fango sulle istituzioni italiane, per poi affermare - stercus in fundo - che Putin è stato, per l'umanità, un dono del Signore: credo che la Politkovskaija abbia vomitato anche da morta, e con lei tutti i giornalisti assassinati in Russia sotto il dominio di questo profeta venuto dal cielo.

La domanda che mi pongo ora è la seguente: perché tutta questa frenesia alla caccia del consenso? Non è che, anziché i parlamentari, B. debba pensare piuttosto a comprare un paio di mutandoni salvapupù?

domenica 12 settembre 2010

C'è l'hanno tutti con me...

Interrompo il mio silenzio involontario per ritornare a scrivere riguardo al nostro giovane premier.
Parliamo di calcio. Riporto questa, a dir poco esilarante, affermazione di B. riguardo alla partita Cesena-Milan di ieri sera ed all arbitro Russo:

 «Il Milan ieri sera ci ha dato dei dolori ma non ha giocato male: direi che spesso il Milan ha incontrato arbitri di sinistra»

Quando l'ho letto non ci volevo credere,  ho creduto che fosse un invenzione dei giornali (di sinistra), poi ho visto che l'affermazione era ripresa da diversi quotidiani sportivi (che si ritiene non c'entrino nulla con la politica) e mi sono convinto che...sì...lo ha detto davvero....
E' stupefacente come sia sempre colpa di qualcun altro...i giudici comunisti...i pm comunisti...gli avversari comunisti...adesso perfino gli arbitri comunisti...
Costui ha un rifiuto sistematico verso il giudizio, anche sportivo, ma non è cosa nuova. Quello che mi preoccupa è il riferimento alle idee politiche dell'arbitro. Non so come la pensa l'arbitro Russo e francamente credo che siano fatti suoi. Io non credo che ieri sera l'arbitro Russo abbia preso le sue decisioni guardando il proprietario della squadra che giocava in trasferta, sbaglierò, forse, a pensare così. Non entro nel merito dei singoli episodi, credo che un arbitro, in quanto uomo, possa sbagliare e pensare che il prendere delle decisioni a favore o contro una determinata squadra possa essere di destra o di sinistra è qualcosa che definire sbagliato è un eufemismo.
Io credo che la politica dovrebbe stare fuori dagli ambienti sportivi, specialmente calcistici dove già molte tifoserie sbandierano bandiere ideologiche rosse o nere che non c'entrano niente con quello che succede sui campi da gioco. Affermare che ci possano essere arbitri di destra o sinistra serve soltanto a gettare benzina su un fuoco che da qualche tempo fa molta fatica a spegnersi.
Passo a voi la palla. 

venerdì 27 agosto 2010

IL METODO GASPARRI

Come se non fosse bastata la calda estate politica - con la prospettiva di un autunno altrettanto rovente - iniziamo a contare i danni derivanti dalle insolazioni, come ogni anno micidiali.

L' "insolato" di oggi è - manco a farlo apposta - quel pio ometto di Maurizio Gasparri, l'anima candida e anche un po' naif che ha l'onore di rappresentare i senatori P2L.

Breve prologo: quei bolscevichi di Fini & Co., sono stati i penultimi, in ordine di tempo, a tacciare il P2L dell'uso di metodi di "killeraggio" mediatico per screditare avversari, oppositori o semplici critici, ricordando i metodi, usati da quella personcina a modo che risponde al nome di Vittorio Feltri contro il direttore di Avvenire Boffo prima e lo stesso Fini poi, basati su falsi dossier, chiacchiere da parrucchiera e indiscrezioni da bar. E' ormai evidente che Almirante ha inoculato nei vari Fini, Granata, Bocchino e amici il seme rosso del pensiero antiberlusconano, altro che Dio, Patria e Famiglia.

L'ultima voce a levarsi dal coro di pecore osannanti Governo e tirapiedi assortiti - mi vengono in mente così, su due piedi, quei geni di Unomattina Estate - è stata quella della cricca di mangiabambini accomodata nella redazione di Famiglia Cristiana, settimanale già ribattezzato dal Giornale del P2L "Fanghiglia Cristiana". Potevano, don Sciortino, Beppe Del Colle, Adriano Sansa, sfuggire agli strali dei lacchè di B.? Ovviamente no.

Nell'ultimo editoriale, a firma Del Colle (a B. il Colle gli sta proprio sulle scatole), si criticava il "metodo" di lotta politica usato dagli organi di informazione che fanno capo al Premier. Riporto l'ultima parte dell'articolo: " Il berlusconismo sembra averne fatto una regola: se promette alla Chiesa di appassionarsi (soprattutto con i suoi atei-devoti) all'embrione e tutto il resto, con la vita quotidiana degli altri non ha esitazioni: il "metodo Boffo" (chi dissente va distrutto) è fatto apposta".

Apriti cielo: i probivili del P2L hanno sguinzagliato la iena Gasparri il quale, intervistato da Luca Telese per Il Fatto Quotidiano (qui l'intervista), aprendo le fauci ha pensato bene di attaccare frontalmente il direttore del periodico Paolino, colpevole, secondo il nostro, di non celebrare la Messa quotidianamente, di "fare bisboccia" nei bar di una località turistica, ed altre amenità. Insomma, secondo Gasparri "Ahò, essendo che so' cattolico", don Sciortino non è degno di rappresentare la Chiesa: troppo libertino e licenzioso per giudicare e criticare l'operato altrui.

Sarà che nel P2L sono tutti timorati di Dio e conducono una vita ascetica e meditativa, sarà il caldo, ma Gasparri che si crede Torquemada è da neuro. Pardon, da frigorifero.

lunedì 19 luglio 2010

IL PREMIER PIU' TITOLATO

Ormai messo alle corde - dal suo stesso partito, mica dall'opposizione - in politica, B. vuole consolarsi andando a raccattare in giro premi, emulando il suo Milan.

Il Podestà di Milano ha deciso di conferire al nostro nientepopodimeno che l'ambito premio "Grande Milano", motivando la scelta in questa maniera:

"Esempio di grande milanesità [...] Statista di rara capacità [...] conduce con responsabilità e lucida consapevolezza il Paese verso un futuro di donne e di uomini liberi, che compongano una società solidale, fondata sull'amore, la tolleranza e il rispetto per la vita".

Ovviamente il PD ha subito replicato, tramite Penati, ed ha timidamente fatto notare che il Podestà, ex dipendente Edilnord, di cui poi divenne dirigente, sia in fondo un compagnone del premier. Ma tant'è: si indignano per una statuetta - sia essa consegnata al Premier, sia essa scagliata da uno sconsiderato - ma si vergognano forse di dire la loro riguardo allo scandalo della B3. Potenza della nostra opposizione.

Dunque, lungi dal voler polemizzare riguardo a un premio più o meno importante conferito a Sua Nefandezza, ho provato ad immaginare le prossime stagioni del nostro amato che vince - oltre che sull'invidia e sull'odio - anche vari premi in quel di Milano.

PREMIO "GUARDA-MILANO"
Motivazione: "per aver mostrato al mondo la vera faccia della Milano da bere, dagli anni 80 in poi". Premio: un simpatico cannocchiale placcato in oro.

PREMIO "APRI-MILANO"
Motivazione: "per aver permesso il transito a Milano di capitali da varie parti d'Italia, diretti verso ogni dove". Premio: un suggestivo grimaldello in swarowski.

PREMIO "SCRUTA-MILANO"
Motivazione: "per aver portato a galla i misteri più nascosti di Milano". Premio: un paio di guanti in lattice (nuovi).

PREMIO "PULISCI-MILANO"
Motivazione: "per la rigorosa attività di riciclaggio (ovviamente si tratta di rifiuti, specie carta... non pensate male, nda)". Premio: un pratico rotolo di carta igienica in tessuto di Fiandre.

PREMIO "SCOPA-MILANO"
Motivazione: "per aver promosso l'apertura di nuovi centri anziani - tipo il Pio Albergo Trivulzio - ed aver incentivato il giuoco della scopa e della canasta". Premio: un mazzo di carte Dal Negro da collezione, con figure miniate a mano.

Che palmarés invidiabile!

martedì 13 luglio 2010

IL RE SOLA

Le ultime calde settimane italiche - a proposito, TG1 e Studio Aperto raccomandano, a reti unificate, di bere molta acqua, pare faccia bene e sia di moda - ci stanno trasportando indietro nel tempo.

Facciamo un po' di ordine:

- 13 luglio 1789: il Re Sole sta bellamente a Versailles, con Mazzarino & C0., ignaro che il giorno successivo qualcuno avrebbe preso la Bastiglia al posto suo (eppure Carosone era stato chiaro...)

- 13 luglio 2010: il Re Sola se ne sta in panciolle a Palazzo Grazioli con Gianni Letta & co. - una specie di Versailles, oppure il Bordel d'Avignon già immortalato da Picasso - ignaro di cosa potrebbe succedere domani o nei prossimi giorni. Ancora oggi è convinto che il suo "ghe pensi mì" basterà e lo salverà un'altra volta.

Un po' di analogie e differenze tra il Re Sole e il Re Sola:

all'epoca c'era una classe dirigente che viveva nel suo eremo, giustificando la propria esistenza grazie all'auto-investitura, senza dover dare conto a nessuno, e non curandosi dei problemi dei sudditi. Come direbbe oggi qualche illuminato dell'UDC, "erano lontani dal Paese reale". E, come direbbe il Re Sola nostrano, che più che un illuminato è ormai un fulminato, erano "legittimati" a stare là (a proposito, a breve ci sarà un bell'articolo di Francesco, che snocciolerà numeri interessanti sulla storia della legittimità del governo Banana).

Oggi, per chi non lo avesse saputo, sta venendo fuori una connessione che nemmeno il regista della Piovra avrebbe potuto concepire: intrighi tra organi deviati dello Stato, mafie, poteri forti, cardinali a cene segrete, giudici togati ermellinati che scendono a patti con affaristi da licenza elementare, sensali travestiti da giornalisti di lungo e consumato corso.

La situazione venuta fuori in queste settimane rivela la "teoria unificata" di una nuova Tangentopoli a braccetto con una nuova P2, con magari il collante garantito dalle associazioni criminali quali mafia e 'ndrangheta: i vari Riina, Provenzano e Gelli sarebbero orgogliosi dei vari Verdini, Carboni, Dell'Utri e compagnia danzante (ora alcuni di loro ora danzano a S. Vittore).

Come nel 1789, qualche pilastro del "sistema" sta cedendo, essendo marcio dall'interno e fin'ora ricoperto da mani e mani di cerone. Nei prossimi giorni ne vedremo delle belle, sperando che qualche italico elettore se ne accorga e si regoli di conseguenza, perché se tutto ciò è stato possibile, gran parte della colpa è del "terzo stato".

Vediamo un po' di differenze tra il terzo stato del 1789 e quello di oggi.

All'epoca i transalpini non avevano a disposizione grandi tecnologie per l'informazione, se non il piccione viaggiatore e poca altra roba. Noi siamo bombardati da sistemi di informazione. Loro hanno messo su un movimento che ha buttato a calci nel sedere il potere politico, noi non siamo in grado. Evidentemente c'è qualcosa che non va, sia in noi, che nel circuito informativo.

Ovviamente la rivoluzione francese non è stata il massimo in termini di eleganza e tutto sommato oggi è anche inutile, oltre che sempre moralmente opinabile, spargere sangue: basterebbe molto poco, basterebbe utilizzare i sistemi che abbiamo per fare in modo che certa gente stia dove debba stare. Al fresco. E gratis.

Domani vedremo cosa accadrà...