venerdì 1 ottobre 2010

IL DIRITTO DI DIRE TUTTO. ANCHE IL FALSO

Nell'attesa di conoscere la faccia criminale - e chi eventualmente l'ha mandato - che ieri sera si è introdotta armata nel condominio di Maurizio Belpietro, innescando una sparatoria che avrebbe potuto comunque ferire o uccidere qualcuno, personalmente spero che le forze politiche ed istituzionali ribadiscano ancora, e con forza, che chiunque ha il diritto di esporre le proprie idee, senza rischiare la vita.

Belpietro, per i suoi detrattori (e io sono il meno importante tra questi), è un giornalista da riporto, il quale non fa mistero riguardo alle proprie convinzioni. La linea editoriale del suo House Organ distorce quotidianamente la realtà, inclinandola a piacimento del cosiddetto padrone. Non credo di dire una blasfemia, né spero di essere bollato come seminatore di odio dicendo questo: Belpietro è uno dei tanti giornalisti schierati - sia a destra che a sinistra - che popolano la scena mediatica italiana. Le sue idee possono essere condivisibili o meno, il modo di fare può essere apprezzato o no. E' pagato per fare esattamente quello che fa.

Da stamattina il direttore di Libero non é certo Cronkite redivivo, rimane sempre una penna al soldo di B., ma non per questo la sua vita vale meno delle altre: rischiare di essere ammazzati per le proprie idee, anche se agli occhi di tanti - me compreso - sono delle eresie, non è da Paese civile. Abbiamo gli strumenti democratici per combattere la disinformazione, è da animali pensare di eliminare colui che è ritenuto un disinformatore.

Sperando, una volta per tutte, di non dover più sentire notizie del genere, personalmente sono solidale con chi stanotte se l'è vista brutta, assieme alla propria famiglia.

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