venerdì 1 ottobre 2010

COME VOLEVASI DIMOSTRARE

Nemmeno il tempo di esprimere la solidarietà a Maurizio Belpietro che subito tocca sentire i ritornelli gia ampiamente usati negli istanti immediatamente successivi all'attentato con duomo volante a B.

Iniziamo dal dioscuro Cicchitto, il quale evidentemente soffre della "Sindrome da cappuccio": credendo di avere ancora indosso il massonico copricapo, sproloquia convinto di rimanere nell'anonimato. Ha affermato che il clima d'odio che ha armato l'attentatore - mancato, fortunatamente - di Belpietro sia generato e continuamente alimentato dalla stampa di sinistra, oltre che dai noti seminatori d'odio Di Pietro e Grillo. Incommentabile. Anzi no, commentiamo: una cazzata grossa come una casa, roba da espulsione diretta dal Parlamento a calci nel sedere, considerando i precedenti (le accuse, tra gli altri, a Di Pietro, Travaglio, magistratura, Repubblica, L'Espresso).

L'equilibrista Casini invita ad "abbassare i toni". Perché, in occasioni che hanno visto coinvolti altri giornalisti quali Sandro Ruotolo e Lirio Abbate, non sono stati usati gli stessi termini? Cosa significa "abbassare i toni"?

Forse a questi signori non è chiara una cosa: i giornalisti - tutti - in Italia sono evidentente sotto tiro. E' una condizione generale, che va oltre l'agone politico: semplicemente mal si sopporta chi difende le proprie idee, e le conseguenze sono l'attentato a Belpietro, le minacce a Sandro Ruotolo, la scorta a Lirio Abbate, le auto incendiate ad altri giornalisti. Episodi passati, se non nel totale silenzo, sicuramente in sordina.

E' evidente che Cicchitto & Co. hanno perso una ottima occasione per stare zitti.

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