venerdì 25 giugno 2010

IL CITTI' DEL FARE

Bene, la farsa della Nostra Nazionale mandata a pascolare sui campi sudafricani è finalmente terminata nell'unica, vergognosa maniera possibile. Pensiamo al futuro della Nazionale che, si sa, è un po' "cosa nostra", la nostra amante segreta, roba che a mettercisi contro si rischia il linciaggio o - vedere le reazioni agli sproloqui leghisti in tema - quantomeno un processo sommario per lesa maestà.

Piccola parentesi extracalcistica: gli italioti si incavolano per le paroline fuori luogo di Calderoli e Bossi a proposito dei 23 dead men walking traghettati al mondiale, ma tacciono in altre situazioni, tipo l'ultimo raduno a Pontida... vabè, non scordiamoci con chi abbiamo a che fare, c'è un "Governo del Fare" che ogni giorno ci ricorda che noi italiani meritiamo questo governo (vedere il furbone Brancher per capire).

Torniamo all'aspetto "ludico-sportivo": c'è da rifondare una nazionale! In Italia, un uomo ha già saputo dimostrare di infilarsi nei buchi di potere (e non solo in quelli) creatisi dopo cataclismi politico-giudiziari - leggasi tangentopoli - prendendo la palla al balzo e non mollandola più in sedici anni. L'attuale ministro per lo sviluppo economico ad interim, con la delega a presidente del consiglio dei ministri, secondo me è l'uomo più adatto a rifondare una nazionale con criteri vincenti, che farebbero schizzare (...) i sondaggi di gradimento della nostra scassinata Nazionale a livelli bulgari.

Altro che Prandelli, qui serve gente "con le palle" (citando la sempre cara Santanché).

Immaginiamo, dapprima, lo staff della neonata nazionale del fare:
- allenatore: Silvio B.
- allenatori in seconda: Gianni Letta e Sandro Bondi
- medico sociale: Totò Cuffaro (o Rocco Palese, fate vobis)
- massaggiatrici: Mara Carfagna, Stefania Prestigiacomo, Daniela Santanché, Barbara Matera, Patrizia D'Addario, Angela Sozio, Nicole Minetti ecc. (cosa pretendete, i giocatori hanno bisogno...)
- capo ultrà: Giorgia Meloni
- cuoco della Nazionale: Ignazio La Russa (in sostituzione del famigerato cuoco attuale, sostituirà il dannoso pane e Nutella con pane e olio di ricino)
- Pubbliche Relazioni: Giampi Tarantini
- raccattapalle: Maurizio Gasparri.

Vediamo un po' di "anticipare" i primi interventi di questa nazionale del fare:
1) cambiare la denominazione federale, da FIGC a FIGA (Federazione Italiana Giochi Atletici), perché bisogna interessarsi di tutto lo sport;
2) spostare la sede di allenamento da Coverciano ad Arcore, eccezion fatta per la saletta massaggi, dirottata a Palazzo Grazioli;
3) sostituzione dell'Inno di Mameli con il più simpatico jingle "Meno male che Silvio c'è".
4) libero accesso alle mogli/fidanzate/signorine reclutate dal PR di cui sopra prima, durante e dopo la partita.

Ovviamente, lo staff del fare si preoccuperebbe di organizzare una tutela per i 23 convocati, siano essi fior di campioni o fior di bolliti come ora, e per questo motivo ci sarà l'apporto del Ministro Angelino Jolie Alfano, il quale, assieme al sempre caro Ghedini, ha già in mente tre o quattro provvedimenti, che i fischietti di sinistra hanno ben pensato di ribattezzare "leggi ad nazionalem":

1) depenalizzazione del fallo da dietro (cosa che sta molto a cuore a B. e alle massaggiatrici);
2) introduzione di una minima quota di insulti agli arbitri prima dell'ammonizione;
3) introduzione del "lodo Alfano" in caso di espulsione di un giocatore italiano: se ad uno dei quattro più forti viene sventolato il cartellino rosso sotto il muso, egli può appellarsi e far sospendere sia l'espulsione che la successiva squalifica fino a conclusione del torneo.

Ecco le linee guida per la nazionale che verrà, ovviamente scevra di componenti leghisti (che esaurirebbero i tricolori e lascerebbero intatte le riserve strategiche di Scottex 10 piani di morbidezza) e finiani (che romperebbero le palle a ogni piè sospinto, invocando "il regolamento FIFA è sacro", "Blatter non si tira per la giacchetta", "non si possono attaccare sempre gli arbitri e la Gazzetta dello Sport" ecc.): una squadra pronta a dominare la scena internazionale, al grido di "FORZA ITALIA" (eh sì, tutto calcolato) e che farebbe del nostro il miglior allenatore di calcio degli ultimi 150 anni.

Una sola cosa mi spaventa: il fatto che, data la sua atavica allergia al vocabolo, scanserà con una leggina ogni sua partecipazione al "Processo di Biscardi".
Un piccolo prezzo da pagare per avere una efficientissima Nazionale del fare.

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