martedì 19 gennaio 2010

LETTERA A PAOLO

Caro Dott. Borsellino,
ieri è ricorso il suo compleanno, avrebbe compiuto 70 anni. Mi fa impressione il fatto che lei sia stato assassinato ancora giovane, avendo lei, nel 1992, l'età che ora ha mio padre: il suo modo di lavorare, il suo esempio, la facevano sembrare molto più "anziano", e agli occhi di un bambino di 10 anni lei appariva un "adulto", ma di quelli "adulti proprio".

Aveva solo 52 anni: in tanti altri contesti, a quell'età si è molto poco. In politica, ad esempio, abbiamo capi di Stato e di Governo che veleggiano tra i 70 e gli 80 anni abbondanti: a giudicare la situazione attuale, è evidente che la saggezza e la maturità non si misurano con la carta d'identità.

Se solo quel pomeriggio maledetto di luglio di 18 anni fa non fosse successo nulla, chissà come sarebbero oggi, le cose, in questo Paese. Invece, mi trovo a raccontarle una storiella italiana, dai contorni un po' bizzarri.

Si ricorda di Bettino Craxi? Quello scappato ad Hammamet, condannato per corruzione e finanziamento illecito ai partiti? Quello condannato a 28 anni di reclusione in totale, con sentenze passate in giudicato, alla faccia delle toghe rosse?

Anche lui è morto, come tocca a tutti noi, prima o poi, ma da contumace, non certo da eroe. Ha infranto la Legge, e la Legge lo ha punito puntualmente. Lui, sentendosi braccato, ha deciso di scappare - all'epoca le leggi ad personam non erano ancora di moda - facendosi beffa dei nostri codici giuridici.

Sa che l'amichetto di Bettino è Capo del Governo?

Sa che è in corso un quotidiano pellegrinaggio Italia - Tunisia?

Sa che è fatto passare per "capro espiatorio" da quelli come lui?

Sa che quasi ogni parte politica ha ricordato lo statista e il politico, tralasciando il resto?

Sa che il presidente Napolitano ha inviato una lettera alla vedova, in cui si fa riferimento alla "particolare durezza" con cui la legge colpì Craxi?

Sa che i pm di "Mani Pulite" ora vengono classificati come "toghe rosse" e ritenuti responsabili del crollo della Prima Repubblica, guidati da una non meglio precisata "entità" sovversiva?

Sa che il decennale della scomparsa di Craxi ha riportato a galla il tema del presunto squilibrio tra potere giudiziario e potere politico? Strano, perché ciò significherebbe che, ad ogni anniversario della morte sua e della sua scorta, si dovrebbe parlare della Procura di Enna sotto organico, o di altre situazioni simili.

Sa, infine, che il sindaco di Milano, Letizia Moratti, vuol dedicare a questo prode uomo di Stato una via/piazza/parco/stazione metropolitana/rifugio per cani abbandonati?

Mi chiedo cosa apporranno sotto il nome, come appellativo.

"Statista"? "Politico"? "Ladro"? Quale tra le tre opzioni è meno imbarazzante?

Lo statista ed il politico hanno operato in qualche maniera (il taglio della "scala mobile" e la promozione del referendum sul nucleare sono stati passi importanti), il corruttore ha operato contemporaneamente in altra maniera, facendo schizzare - a causa del sistema clientelare messo in piedi all'epoca della "Milano da bere" - il debito pubblico dal 70 al 120% del P.I.L. in pochi anni.

Situazione gravissima, della quale gli italiani stanno ancora pagando gli effetti, tra l'altro.

Credo, caro Signor Giudice, che Bettino Craxi debba essere rispettato, concedendogli il tributo che si deve ad ogni defunto, e che venga ricordato per ciò che è stato: uno statista - o un politico -Corrotto. Il paradigma del politico da Prima Repubblica, ed anche da Seconda, viste le facce che oggi popolano Parlamento e Governo.

Invece gli si tributa ogni sorta di onore. Mentre di lei, e di tutti gli altri martiri della lotta alla mafia, ci si ricorda solo in poche occasioni, e magari accostati solo ai vari Spatuzza e Graviano.

Chissà, se lei oggi fosse vivo, sarebbe considerato una "toga rossa" da isolare... o, forse, quelli che ora urlano al complotto, ogni volta che si parla di un loro problema giudiziario, starebbero nelle patrie galere.

Ah, dimenticavo: in Italia, secondo alcuni (l'attuale Presidente del Consiglio e il co-fondatore di Forza Italia, confluito poi nel Popolo della Libertà), anche i mafiosi come Vittorio Mangano sono eroi. Meno male che Mangano non è mai stato candidato in un partito, altrimenti sarebbe diventato anche lui un eroico statista.

Ora la saluto, e scusi il disturbo.

Buon Compleanno.

1 commento:

  1. andando di questo passo, chissà che trattamento sarà riservato a quel parco e magnanimo di B. quando lascerà questo mondo.. non oso immaginare..
    bravo erriquezz, condivido in toto

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