lunedì 7 dicembre 2009

Solo un magistrato

Qui sotto vi riporto i tre video dell''intervista di Fabio Fazio a Gian Carlo Caselli, procuratore capo della Repubblica a Torino, ex consulente della Commissione Stragi ed ex membro del Consiglio Superiore della Magistratura.
Come al solito il magistrato in questione non dice cose fuori dal normale, semplicemente rimanda a cosa dovrebbe succedere in alcune situazioni, in un paese normale.
Anche se l'intervista è po' lunga vi suggerisco di vederla per intero. Buona visione




3 commenti:

  1. Mi chiedo sinceramente cosa intendiate quando parlate di un paese normale. Normale, significa che fa riferimento ad una norma e che quindi ci debbano essere esempi di paesi "normali" che, tradotto, suppongo significhi democratici. L'Italia è un paese del tutto particolare, in mezzo a sistemi democratici a loro volta marci e malati. La Democrazia non è mai esistita, ma non solo in Italia, nel mondo. Non è stupefacente che l'Italia ancora oggi non lo sia. I Misteri storici, dalla prima repubblica in poi, sono soltanto un minimo , piccolo specchio di ciò che è stata e che è, ancora oggi, l'Italia. Un guazzabuglio di manipolazioni statali, parastatali, straniere, dei servizi segreti interni ed esteri. Si è celebrata poco tempo fa la caduta del muro di Berlino come simbolo di ritrovata libertà. La cosa scioccante è che altri muri, ben più alti, sono stati costruiti, in faccia a noi, che non abitiamo le stanze del potere, che cerchiamo di ricostruire una storia cancellata e debitamente revisionata, dove anche le cose certe sembrano costruite e falsate. Che cosa pretendete? Una democrazia costruita sui piloni dell'insabbiamento? Berlusconi non è che un prodotto di quello che la storia d'Italia è stata. Niente di più. Anche soltanto auspicare ad un paese "normale" è fortemente ridicolo. Chi ricostruisce quei pezzi di storia lo sa bene. Soltanto i cittadini non se ne accorgono. E non se ne accorgono perché semplicemente non sanno e si riempiono la bocca di parole ormai vuote, violentate, prive di un qualsiasi senso come la vostra, tanto declamata, democrazia.

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  2. Condivido Ilaria; anche se non pienamente. Complimenti sinceri e Grazie, per lo sforzo, per la prospettiva che rendi;
    Abbiamo + cultura oggi
    (leggi anche coscienza, mediamente penso ai giovani/issimi),
    strumenti + efficaci per avere accesso alle informazioni,
    le due messe insieme, possono risultare la base per lo sviluppo di un senso critico ancor + maturo e quindi proficuo in ogni individuo;sarebbe almeno un punto di partenza.
    Ci tengo a sottolineare quel Tuo passaggio, proprio in fine, soltanto i cittadini nn se ne accorgono, e si riempiono la bocca.. ecco, è la realtà e così, nn penso si segni uno sviluppo, di alcun genere né specie.
    La Storia è tutt'altro che scritta.
    Gero

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  3. Più cultura? Non so se per cultura intendi diffusione della cultura o più conoscenze. Direi né l'una né l'altra. E neanche coscienza, né storica, né politica. Se ci fosse un minimo di coscienza politica Berlusconi non sarebbe dov'è. E i giovanissimi no, non sanno informarsi. E non possono. Non potrebbero neanche se volessero. Il contraddittorio, un contraddittorio vero, in Italia, semplicemente non c'è. E non c'è perché mancano le informazioni, tutto viene sotterrato. Ci sono stralci di informazione, bocconi presi in giro per la rete. Nessuno ha gli strumenti per fare una cronistoria dell'Italia contemporanea, neanche gli storici stessi. È profondamente triste. Concordo con te comunque: la storia è tutt'altro che scritta :-)

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